Brushing with Luca Camporeale

Oggi abbiamo una persona speciale a raccontarsi nella serie Brushing, Luca Camporeale. Architetto appassionato, esteta, padre, sempre pronto a sorridere, ed anche pirata in borghese tra tatuaggi, bandane e Porsche d’epoca.

Abbiamo passato una bellissima mattinata insieme in casa di Carlo Banfi - progettata da Luca - a cui dobbiamo un doppio ringraziamento, per l’ospitalità e per averci fatti conoscere.

Luca presentati come vorresti essere presentato. - Nulla meglio delle tue parole riescono a rappresentarmi; esteta, ossessionato dalla riconoscibilità e oggi padre… mi ritrovo molto nella tua breve descrizione. - 

In tanti si fanno domande quando intraprendono una carriera, tu ci sei sembrato molto appassionato e perfetto per questo lavoro. Per te è così? Ti aspettavi che fosse così quando hai iniziato? - Penso di aver interpretato nel migliore dei modi le mie passioni trasformandole nella mia realtà quotidiana e lavorativa.

Il disegno e la creatività unita alla voglia di emergere e creare qualcosa di unico che durerà nel tempo.

 

La mia fortuna è stata quella di scoprire fin da subito i miei interessi, altri ci mettono molto più tempo. - 

Aprire uno studio tuo è un grande passo, che in pochi si sentono di fare, come hai iniziato? - È nato tutto in modo molto naturale, come se fosse un atto dovuto… il coraggio è arrivato grazie alla vincita di un bando per un grande progetto e la fiducia dei primi clienti che si affidarono a me per la sola conoscenza della mia personalità, perché a quel tempo era la mia unica carta. -

 

Ci hai parlato della tua impronta anni 80’ che si legge anche in casa di Carlo, unita a design molto pulito e contemporaneo. Ci racconti di più? Come definiresti il tuo stile? Il mio stile racconta i miei interessi, la modernità è sempre unita alla ricerca di elementi classici che riscaldano in qualche modo gli ambienti trasformandoli in casa. -

Persone a cui ti ispiri? - Ne ho tante, a livello lavorativo ammiro molti miei colleghi, per citarne qualcuno di attuale, potrei dire Pierre Yovanovitch e Cristina Celestino. -

Ci parli in particolare dei tuoi bagni? - In tutti i miei lavori i bagni sono dei manifesti del progetto, li definirei come l’indice di un libro. Non si ha la percezione a volte, ma ad esempio, in una città come Milano, nelle poche ore che passiamo a casa il 20% si passa nel proprio bagno e non è affatto poco, visto che il 50% lo si passa dormendo. -

Tue gioie nella vita? Come ci sei arrivato? - Le gioie le ho create con i fallimenti e le delusioni, ho sempre cercato di ripartire da quello che avevo e sapevo fare e non è da sottovalutare. -

Verso la fine dello shooting siamo passati al secondo bagno di casa Banfi, quello in camera. Luca ci ha raccontato degli arredi scelti, al nostro "si vede tutto il lavoro che c’è dietro", in risposta ha annuito pensieroso. Abbiamo proseguito con un "dev’essere il tuo bambino" si è allora aperto un sorriso nel suo viso. Annuendo di nuovo contento, con lo sguardo rivolto al lavandino, le braccia aperte poggiate al mobile, ci ha risposto - si è il mio bambino. - È stato in questo scatto. Noi ci vediamo qualcosa di raro e delicato.

Hai disciplina nella cura personale di te? E nell’igiene orale in particolare? Quanto per te è importante nella vita e nella routine quotidiana. - Direi che è parte fondamentale della mia vita; per me l’aspetto ha valore e l’igiene orale fa parte della cura della mia persona. 

Prendersi cura di sé stessi, in questo caso parliamo di igiene orale, è fondamentale; se non si ha il senso di protezione per noi stessi, anche nei piccoli gesti, non potremmo mai averlo per quello che facciamo. -

 

Ringraziamo Luca per la generosità nel raccontarsi, preziosissima, con la speranza di trasmettere la sua positività e forza al lettore.

Brushing with Luca Camporeale, May 2023.

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